Reddito di Cittadinanza: si può pignorare?
Si può pignorare il reddito di cittadinanza?
Si premette che, ai sensi dell’articolo 2740 del codice civile, in materia di responsabilità patrimoniale, il debitore deve far fronte ai suoi oneri con tutti i suoi beni. Per questa ragione, il patrimonio del debitore viene sottoposto ad esecuzione forzata fino alla copertura del credito.
Il Decreto attuativo del Reddito di Cittadinanza non prevede nulla riguardo alla pignorabilità dello stesso.
Ciò significa che spetta ai Giudici decidere, tanto che, di volta in volta, a seconda dei casi, dovranno stabilire se il Reddito di Cittadinanza può o non può essere pignorato. Tale decisione dipende prevalentemente dalle condizioni economiche del debitore, ed in particolare dalla valutazione della natura del Reddito di Cittadinanza.
Infatti se si vede il Reddito di Cittadinanza come misura di contrasto alla povertà, il pignoramento non sarebbe ammesso, se invece lo si vede come una forma di politica attiva del lavoro, il pignoramento è possibile.
La questione sulla pignorabilità o meno del Reddito di Cittadinanza assume particolare rilevanza nel caso in cui il beneficiario abbia dei debiti nei confronti di terze persone.
Nel caso in cui il debitore, percettore di Reddito di Cittadinanza, risulti insolvibile, il Giudice non può ordinarne il pignoramento, per evitare che il debitore resti senza il minimo essenziale per vivere.
Tutto questo, ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione, che recita:
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Pertanto, il Giudice, che è chiamato a valutare la possibilità di pignorare o meno il Reddito di Cittadinanza, dovrà decidere sulla base delle reali ed effettive condizioni economico patrimoniali del debitore.
Reddito di cittadinanza: misura assistenziale o di politica attiva?
Giova premettere che nel nostro ordinamento, è vietato pignorare i sussidi contro la povertà, ai sensi dell’articolo 545 del Codice di Procedura Civile.
Inizialmente, il Reddito di Cittadinanza è stato lanciato come una forma di sostegno e contrasto della povertà, ma in seguito la sua natura è parzialmente mutata, fino a diventare una misura di politica attiva del lavoro, perdendo in parte lo scopo assistenziale.
Lo stesso Governo ha definito il Reddito di Cittadinanza come:
“Una misura fondamentale di politica attiva del lavoro a garanzia del diritto al lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale”.
In estrema sintesi, attualmente la natura del Reddito di Cittadinanza è ibrida, per questo non è semplicissimo stabilire se sia pignorabile o meno.
Il reddito di cittadinanza è volto a mobilitare i beneficiari alla ricerca attiva di un lavoro e prevede l’adesione a percorsi di accompagnamento e all’inserimento lavorativo. La natura di misura attiva per il lavoro sarebbe confermata anche dal fatto che sono previsti notevoli sgravi fiscali per chi assume i beneficiari del reddito di cittadinanza.
Ad ogni buon conto, non si può escludere a priori che qualche tribunale ritenga possibile pignorare il reddito di cittadinanza, quindi “bloccare” l’importo della card o parte di esso.
Diversamente dal Reddito di Cittadinanza, la pensione di cittadinanza è una misura indirizzata esclusivamente a chi è inabile al lavoro, quindi è una vera e propria misura di contrasto alla povertà e, come tale, è molto difficile che possa essere pignorata, tanto da poter essere definita come impignorabile.
Quali sono i crediti impignorabili?
Nell’ordinamento italiano, vi sono delle somme che non possono mai essere pignorate o che possono esserlo solo in parte.
La disciplina sui crediti impignorabili è contenuta nell’articolo 545 del Codice di Procedura Civile. In particolare, non possono essere pignorati:
- i crediti alimentari;
- i crediti che hanno per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persona incluse nell’elenco dei poveri;
- i sussidi per maternità, malattie, funerali da parte di casse di assicurazione, enti di assistenza o istituti di beneficenza.
- Invece le somme dovute da privati a titolo di stipendio, salario o altre indennità di lavoro o impiego (compreso il licenziamento) possono essere pignorate nella misura di ⅕ per i tributi dovuti allo Stato, alle province e ai comuni.
Reddito di cittadinanza: quando il giudice può disporne il pignoramento?
Il Giudice, in tema di separazione, potrebbe disporre che il Reddito di Cittadinanza venga pignorato per coprire l’assegno di mantenimento a favore dell’ex coniuge economicamente più debole. Il sussidio viene rilascio per coprire i fabbisogni del titolare, ma se nella sfera degli obblighi del possessore del reddito di cittadinanza, vi sono delle persone (coniuge e figli), egli detiene delle responsabilità ben precise, pur non rientrando nello stesso nucleo familiare per sopraggiunta separazione. Trattandosi di una misura nata per contrastare lo stato d’indigenza, di disuguaglianza ed eliminare l’esclusione sociale, il Giudice tenendo conto di questi elementi potrebbe procedere con il pignoramento del reddito minimo garantito.
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